Paolo Landi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Paolo Landi

Paolo Landi (Borgo San Lorenzo, 7 maggio 1953) è un giornalista, scrittore e manager italiano attivo nel campo della comunicazione e mass media.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si forma alla facoltà di Scienze politiche Cesare Alfieri dell'Università degli Studi di Firenze, dove si laurea con Mario Luzi.[1]

Inizia a lavorare nel campo della comunicazione culturale scrivendo di teatro, cinema e televisione su quotidiani e settimanali. È stato ufficio stampa di Vittorio Gassman[2] e, per 8 anni, del Premio Riccione per il teatro sotto la direzione di Franco Quadri.

Dal 1991 ha affiancato Oliviero Toscani nelle campagne sociali per il marchio United Colors of Benetton, di cui è stato direttore della comunicazione fino al 2010.[3] Ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione di Fabrica, il Centro di ricerca per la comunicazione di Benetton contribuendo a realizzare progetti di cinema (con la direzione di Marco Müller)[4], musica (con la direzione di Michael Galasso e poi di Andrea Molino)[5], design (con la direzione di Jayme Hayon), fotografia (con la direzione di James Mollison)[6] ed è stato Direttore editoriale del magazine Colors,[7] fondato da Tibor Kalman.

Sostenitore della teoria sulla industrie citoyenne (l'impresa come un "cittadino" che partecipa concretamente alla vita sociale), si è impegnato per educare all'uso consapevole dei media[8], partecipando a seminari e workshop internazionali e insegnando, come docente a contratto, al Polidesign del Politecnico di Milano, allo IUAV di Venezia, e all'Istituto Marangoni di Milano.

Ha collaborato con le seguenti testate giornalistiche: Il manifesto, Panorama, L'Europeo, Linus, Comix, Donna Moderna, Posh, Pagina99.

Scrive sui magazine online Doppiozero e Minima&Moralia.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Educhiamo i bambini a essere liberi (anche dalla pubblicità) (PDF), su archivio.unita.news.
  2. ^ Stefano Lorenzetto, Paolo Landi: «Instagram tramonta, voglio spiegarlo a Chiara Ferragni », su Corriere della Sera, 27 novembre 2019. URL consultato il 5 aprile 2020.
  3. ^ Benetton e Toscani si lasciano dopo 18 anni - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 4 aprile 2020.
  4. ^ SemiColonWeb, Fabrica incontra il pubblico a Bologna, su news.cinecitta.com. URL consultato il 4 aprile 2020.
  5. ^ WINNERS: Multimedia Music Action by Fabrica and Brisbane Festival, su 2005to2007.fabrica.it. URL consultato il 4 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2016).
  6. ^ Design Knowledge Farming | diid [collegamento interrotto], su disegnoindustriale.net. URL consultato il 4 aprile 2020.
  7. ^ Brandjournalism, Colors, lo sguardo dissacrante sul mondo del gruppo Benetton, su Brand Journalism, 20 marzo 2014. URL consultato il 4 aprile 2020.
  8. ^ Il mago del marketing, su lastampa.it, 22 giugno 2013. URL consultato il 5 aprile 2020.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN19795083 · ISNI (EN0000 0000 2441 6829 · SBN RAVV048967 · LCCN (ENn79012088 · GND (DE133016412 · BNF (FRcb12562916w (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n79012088